Capitolo Dodicesimo: Il principio Dell'Eternita
Harlan non avrebbe mai pensato che Twissell potesse dire, in quel momento, qualcosa capace di sorprenderlo. E invece si era sbagliato.
«Mallansohn!» esclamo. «Lui sarebbe…?»
Twissell, che aveva consumato la sigaretta, ne prese un'altra, accedendendola con il mozzicone della prima.
«Si, Mallansohn,» disse. «Vuoi che ti fornisca un breve riassunto della vita di Mallansohn? Eccolo: egli nacque nel 78°, trascorse un certo tempo nell'Eternita, e mori nel 24°.»
La piccola mano grinzosa di Twissell strinse il gomito di Harlan, e il viso da gnomo s'increspo in un sorriso, il vecchio sorriso di sempre.
«Ma ora andiamo, ragazzo, il tempo fisiologico passa anche per noi, e non siamo completamente padroni di noi stessi, oggi. Non vuoi venire nel mio ufficio?»
Si mosse, e Harlan lo segui, senza quasi accorgersi delle porte che si aprivano e delle scale mobili che percorrevano.
La sua mente stava lavorando furiosamente. Stava cercando di collegare la nuova informazione ottenuta al suo problema, per tracciare un piano d'azione. Quando il primo istante di disorientamento fu passato, egli ritrovo la sua determinazione. Dopotutto, questo cambiamento aggiungeva solo importanza alla sua posizione nell'Eternita, rendeva piu alto il suo valore, garantiva il suo successo; di fronte a queste cose, che importanza poteva avere, per l'Eternita, dargli Noys in cambio… in cambio della sua collaborazione?
Noys!
Padre Tempo, non dovevano farle del male! Gli sembrava che lei fosse l'unica parte reale della sua vita. Al suo confronto, tutta l'Eternita appariva una fantasia tenue, un sogno privo d'importanza, un sogno che non aveva un autentico valore.
Quando si ritrovo nell'ufficio del Calcolatore Twissell, non riusci a ricordare chiaramente in qual modo vi fosse arrivato dalla stanza nella quale aveva partecipato alla colazione. Cerco di guardarsi intorno, cerco di rendere concreto e reale, nella propria mente, quell'ufficio solenne e massiccio, ma non ci riusci: faceva parte anch'esso di quel sogno irreale che era l'Eternita.
L'ufficio di Twissell era una sala lunga e pulita di porcellana: una parete dell'ufficio era coperta fino al soffitto dalle micro-unita calcolatrici che, insieme, formavano il Computaplex privato piu vasto dell'Eternita, anzi, uno dei piu grandi esistenti in assoluto. La parete opposta era letteralmente gremita di film e libri-film. Tra le due masse di materiale, quello che rimaneva della sala era poco piu di un corridoio, interrotto da una scrivania, due sedie, attrezzature per registrare e proiettare, e un oggetto strano che Harlan non conosceva, e del quale capi l'uso solo quando Twissell vi lascio cadere il mozzicone della sigaretta.
Il mozzicone si dissolse in un breve lampo di luce, e Twissell, con il suo usuale gioco di prestigio, fece apparire un'altra sigaretta tra l'indice e il medio.
Harlan penso: Ora arriviamo al dunque.
Comincio a parlare, con voce un po' troppo alta, in tono un po' troppo minaccioso:
«C'e una ragazza, nel 482°…»
Twissell corrugo la fronte, poi agito una mano, come se avesse voluto accantonare una questione spiacevole:
«Lo so. Lo so. Non sara disturbata, e neppure tu lo sarai. Andra tutto bene. Provvedero io a tutto.»
«Volete dire…»
«Ti ripeto che so tutta la storia. Se la faccenda ti ha preoccupato, be', non devi piu preoccuparti.»
Harlan fisso il vecchio, sbalordito. Era tutto qui? Pur avendo pensato tanto all'immensita del suo potere, Harlan non si era aspettato una dimostrazione cosi cristallina.
Ma Twissell aveva gia ripreso a parlare.
«Adesso ti raccontero una storia,» comincio, assumendo il tono che probabilmente avrebbe usato per parlare a un nuovo Cucciolo. «Non pensavo che fosse necessario parlartene, e forse non lo e, ma le tue ricerche e la tua intelligenza meritano una spiegazione.»
Fisso per un momento Harlan, con aria interrogativa, e borbotto:
«Sai, ancora non riesco a credere che tu sia arrivato a simili conclusioni da solo, eppure… Be', andiamo avanti.» E infatti, senza altri preamboli, prosegui:
«L'uomo che e noto nell'Eternita col nome di Vikkor Mallansohn lascio un documento sulla sua vita, una registrazione che doveva rimanere dopo la sua morte. Non si trattava esattamente di un diario, e neppure di una biografia. Piuttosto si trattava di una guida, destinata agli Eterni che, come lui sapeva, sarebbero venuti un giorno. Il documento venne inserito in un volume di Tempo-stasi che avrebbe potuto essere aperto solo dai Calcolatori dell'Eternita, e che di conseguenza era rimasto chiuso per tre secoli dopo la sua morte, e venne aperto solo quando venne stabilita l'Eternita e il Calcolatore Anziano Henry Wadsman, il primo dei grandi Eterni, pote prenderne visione. Da allora il documento e stato tramandato nella massima segretezza da un Calcolatore Anziano all'altro, una linea della quale io rappresento l'ultimo anello. Lo chiamano il Memoriale Mallansohn.
«Il memoriale ci narra la storia di un uomo chiamato Brinsley Sheridan Cooper, nato nel 78°, introdotto come Cucciolo nell'Eternita all'eta di ventitre anni, dopo essere stato sposato per poco piu di un anno, un matrimonio dal quale fino al momento della sua entrata nell'Eternita non erano nati figli.
«Dopo essere entrato nell'Eternita, Cooper era stato istruito da un Calcolatore chiamato Laban Twissell, che gli aveva insegnato la matematica, e da un Tecnico chiamato Andrew Harlan, che gli aveva insegnato la storia e la sociologia del Primitivo. Dopo avere acquisito solide basi e un'eccellente preparazione in entrambe le discipline, e in altre materie, quali l'ingegneria temporale, egli era stato mandato nel 24° per insegnare certe tecniche necessarie all'Eternita a uno scienziato del Primitivo, Vikkor Mallansohn.
«Dopo avere raggiunto il 24°, Cooper inizio un lento processo di adattamento alla societa dell'epoca. In questo processo, egli trasse grande beneficio dagli insegnamenti del tecnico Harlan e dai particolareggiati consigli del Calcolatore Twissell, il quale pareva possedere un'abilita sovrumana nell'indovinare i problemi che egli avrebbe dovuto affrontare.
«Dopo due anni, Cooper individuo un certo Vikkor Mallansohn, un eccentrico che viveva da eremita nei boschi della California, privo di parenti e di amici, ma dotato di un'intelligenza audace e anticonformista. Cooper riusci a fare amicizia con lui, lentamente, abituando gradualmente l'uomo all'idea di avere incontrato un viaggiatore giunto dal futuro, e dopo questo lavoro preparatorio si mise al lavoro per insegnare all'uomo quella matematica avanzata che egli doveva apprendere.
«Col passare del tempo, Cooper adotto le abitudini dell'altro, imparo a spostarsi in maniera autonoma con l'aiuto di un rozzo generatore elettrico Diesel, e con altre applicazioni dell'energia elettrica, che li rendevano indipendenti dall'uso dei raggi di energia.
«Ma i progressi erano lenti, e Cooper scopri di non essere un grande maestro. Mallansohn cadde in uno stato di prostrazione e di apatia, si rifiuto di collaborare, e un giorno mori improvvisamente per una caduta in un crepaccio, nella selvaggia regione montuosa nella quale i due vivevano. Cooper, dopo lunghe settimane di disperazione, per la rovina del lavoro di tutta la sua vita e, presumibilmente, di tutta l'Eternita, decise di affrontare la situazione, e di ricorrere a un espediente disperato. Non denuncio la morte di Mallansohn alle autorita dell'epoca. Comincio invece a costruire, con il materiale che aveva a disposizione, un Campo Temporale.
«I particolari di questo lavoro non contano. Egli riusci nella sua impresa, con un monumentale lavoro di adattamento e d'improvvisazione, e pote portare il suo generatore all'Istituto di Tecnologia della California, qualche anno prima dell'epoca nella quale il vero Mallansohn avrebbe dovuto farlo.
«Tu stesso hai studiato la storia, quindi sai che cosa accadde dopo. Sai che egli venne accolto, inizialmente, dall'incredulita e dai rimproveri della scienza ufficiale, che venne rinchiuso in manicomio, che riusci a evadere, che per poco non perse il suo generatore; conosci il resto delle sue peripezie… l'aiuto che egli ottenne dallo sconosciuto barista del quale non seppe mai il nome, ma che e oggi uno degli eroi dell'Eternita, e la dimostrazione finale, di fronte al professor Zimbalist, quando un topolino bianco si mosse avanti e indietro nel tempo. Non ti annoiero con questi particolari che gia conosci.
«Cooper si servi del nome di Vikkor Mallansohn, in tutte queste traversie, perche gli dava un'identita, e lo rendeva un autentico prodotto del 24°. Il corpo del vero Mallansohn non venne mai ritrovato.
«Per tutto il resto della sua vita, egli si occupo del generatore, collaborando con i tecnici dell'Istituto per riprodurlo. Non oso fare di piu. Non pote insegnare loro le equazioni di Lefebvre, senza rivelare i tre Secoli di progresso della matematica, che dovevano ancora venire. Non pote e non oso fare nulla che potesse dare un indizio sulla sua vera origine. Non oso fare piu di quanto il vero Vikkor Mallansohn aveva fatto, per quello che lui conosceva dallo studio della storia.
«Gli uomini che lavorarono con lui si trovarono perplessi di fronte a un uomo capace di eseguire cose tanto prodigiose, e incapace di spiegare loro i motivi e le ragioni scientifiche di quello che faceva. E anche Cooper si sentiva frustrato, perche poteva prevedere, senza avere la possibilita di accelerarlo, il lavoro che avrebbe condotto, passo dopo passo, ai classici esperimenti di Jan Verdeer, e successivamente alla costruzione delle equazioni fondamentali della Realta, da parte del grande Antoine Lefebvre, e, ancora piu tardi, alla costruzione dell'Eternita.
«Fu solo verso la fine della sua lunga vita che Cooper, osservando un tramonto sul Pacifico (descrive minuziosamente la scena nel suo memoriale) ebbe la grande rivelazione. In quel momento egli capi di essere Vikkor Mallansohn; non era un sostituto, ma lo scienziato stesso. Forse il nome non era il suo, ma l'uomo ricordato dalla storia come Mallansohn era in realta Brinsley Sheridan Cooper.
«Infiammato da quel pensiero, e da tutto quello che esso implicava, ansioso di accelerare in qualche modo il processo di edificazione dell'Eternita, desideroso di offrire un suo contributo al miglioramento e alla sicurezza del futuro, egli scrisse il suo memoriale e lo chiuse in un cubo di Tempo-stasi, nel soggiorno della sua casa.
«E cosi il circolo si chiuse. Naturalmente le intenzioni di Cooper-Mallansohn furono trascurate… le intenzioni con cui aveva scritto il memoriale. Cooper doveva vivere la sua vita esattamente come l'aveva vissuta. La realta del primitivo non permette alcun mutamento. In questo momento di tempo fisiologico, il Cooper che tu conosci non sa quello che lo aspetta. Crede di avere solo il compito di istruire Mallansohn, e ritornare nell'Eternita. Continuera a crederlo fino a quando gli anni non gli avranno rivelato la verita, e allora si mettera a scrivere il suo memoriale.