E poi aveva visto che Noys Lambent era nuda, e si era svegliato, tremante e pieno di vergogna.

Un giorno aveva incontrato la ragazza nel corridoio, e si era scostato, per lasciarla passare, tenendo lo sguardo abbassato.

Ma lei si era fermata, e lo aveva fissato, fino a quando Harlan non aveva dovuto sollevare il capo e fissarla negli occhi. L'aveva vista cosi, tutta colori e vitalita, e aveva avvertito il lieve profumo che si sprigionava dal suo corpo.

«Voi siete il Tecnico Harlan, vero?» aveva detto la ragazza.

Il primo impulso di Harlan era stato quello di andarsene senza rispondere, di ignorarla… ma poi aveva ricordato che in fondo non era stata tutta colpa sua. Inoltre, per andarsene avrebbe dovuto toccarla, perche gli aveva bloccato la strada.

Cosi aveva annuito, brevemente.

«Sono io.»

«Mi hanno detto che siete un vero esperto sul nostro Tempo.»

«L'ho visitato.»

«Mi piacerebbe parlarne con voi, un giorno o l'altro.»

«Ho molto da fare. Non ne avrei il tempo.»

«Ma signor Harlan… certamente un giorno o l'altro riuscirete a trovare un po' di tempo!»

Gli aveva rivolto un sorriso smagliante.

Harlan aveva detto, in un bisbiglio disperato:

«Ho molta fretta. Volete lasciarmi passare, per favore

Lei si era mossa, con un lento, languido movimento dei fianchi che aveva fatto scorrere fuoco vivo nelle vene di Harlan, e gli aveva imporporato le guance.

Aveva provato una violenta collera contro la ragazza per averlo messo cosi in imbarazzo, contro se stesso per non avere saputo dominarsi, e principalmente, per chissa quale oscura ragione, contro Finge.

Dopo due settimane, Finge lo aveva convocato nel suo ufficio. Sulla scrivania del Calcolatore c'era stato un foglio di plastica perforata, la cui lunghezza e complessita aveva subito rivelato ad Harlan che questa volta non si sarebbe trattato soltanto di un'escursione di mezz'ora o di un'ora nel Tempo.

«Volete accomodarvi, Harlan, ed esaminare questa roba subito?» aveva detto Finge. «No, non a occhio… usate la macchina.»

Harlan aveva inarcato le sopracciglia, e con aria indifferente aveva inserito il foglio nella fessura della macchina che si trovava sulla scrivania di Finge. Lentamente, il foglio aveva cominciato a scorrere nelle viscere della macchina, e, durante il passaggio, i segni incisi erano stati tradotti in parole e proiettati sul visore della macchina stessa, un rettangolo lattescente.

Circa a meta della 'lettura', Harlan si era mosso fulmineamente, e aveva spento la macchina. Poi aveva preso il foglio di plastica, con tanta forza da strapparlo.

Con calma, Finge aveva detto:

«Ne ho un'altra copia.»

Harlan aveva tenuto i resti del foglio tra il pollice e l'indice, guardandolo come se avesse temuto di vederlo esplodere da un momento all'altro.

«Calcolatore Finge, credo che ci sia un errore. Non e possibile che si pretenda da me di servirmi della casa di quella donna come base per un soggiorno di quasi una settimana nel Tempo!»

Il Calcolatore aveva sorriso.

«Perche no, se le esigenze spazio-temporali sono queste? Se c'e qualche problema personale tra voi e la signorina Lam…»

«Non c'e nessun problema personale!» aveva esclamato Harlan, con veemenza.

«Un problema deve esserci. Viste le circostanze, mi vedo costretto a spiegarvi certi aspetti di questo particolare problema di Osservazione. Si tratta di una procedura insolita, e non deve stabilire un precedente, e sottinteso.»

Harlan si era messo a sedere. Aveva cercato di pensare, velocemente e con tutte le sue forze. Generalmente, l'orgoglio professionale avrebbe obbligato Harlan a rifiutare sdegnosamente qualsiasi spiegazione. Un Osservatore, o un Tecnico, nell'Eternita, svolgevano il loro lavoro senza fare domande. E generalmente un Calcolatore non avrebbe mai pensato di fornire una spiegazione.

Il caso in questione, pero, aveva presentato dei problemi del tutto insoliti. Harlan si era lamentato della presenza della ragazza, di quella cosiddetta 'segretaria'. Finge aveva avuto paura, fin dall'inizio, che la protesta di Harlan potesse giungere troppo in alto… evidentemente aveva provato un senso di colpa, cosi almeno aveva pensato Harlan, con cupa soddisfazione.

Percio la strategia di Finge era stata evidente. Facendo in modo che Harlan andasse nella residenza di quella ragazza, avrebbe potuto preparare una comoda contro-accusa, nel caso che delle accuse fossero state rivolte contro di lui. Il valore della testimonianza di Harlan sarebbe stato svuotato di ogni attendibilita.

E, naturalmente, aveva preparato qualche elaborata e attendibilissima spiegazione per giustificare la missione affidata ad Harlan… e aveva violato le regole, giustificandosi con l'eccezionaiita del caso, per fare in modo che Harlan sapesse di non avere altra scelta.

Si, era stato tutto plausibile, in quel momento. Harlan aveva cominciato ad ascoltare le parole di Finge con malcelato disprezzo.

«Come sapete, i diversi Secoli conoscono l'esistenza dell'Eternita,» aveva esordito il Calcolatore. «Sanno che noi regoliamo il commercio intertemporale. Pensano che sia questa la nostra funzione principale, e questo e un bene. Sanno anche, confusamente, che noi esistiamo anche per impedire che un'imprecisata catastrofe possa colpire il genere umano. E una specie di superstizione, questa, e non e suffragata dai fatti, ma in sostanza rispecchia la nostra autentica funzione, e anche questo ci soddisfa. Noi offriamo alle diverse generazioni una specie di super-immagine paterna e benevola, e un senso di sicurezza generale, e questo ha ottimi effetti psicologici. Questo lo capite, vero?»

Quest'uomo crede che io sia ancora un Cucciolo? aveva pensato Harlan, indignato.

Ma si era limitato a un breve cenno di assenso.

Finge aveva proseguito, allora, in tono estremamente serio:

«Esistono alcune cose, pero, che i Temporali non devono venire a sapere. La prima fra tutte, naturalmente, e la maniera in cui noi alteriamo la Realta nei casi di necessita. Il senso d'insicurezza che la cognizione di questa nostra funzione susciterebbe negli abitanti dei Secoli sarebbe enormemente dannoso. E sempre necessario sradicare dalla Realta tutti i fattori che potrebbero condurre alla scoperta di questo nostro potere, e non abbiamo mai esitato ad agire di conseguenza.

«Tuttavia ci sono sempre delle altre credenze sull'Eternita che non desideriamo, e che sorgono di quando in quando in un Secolo o in un altro. Generalmente, le idee pericolose sono quelle che si concentrano in modo particolare nelle classi dominanti di un'epoca; le classi che hanno i maggiori contatti con noi e che, nello stesso tempo, devono reggere l'importante peso di quella che noi chiamiamo 'la pubblica opinione'.»

Ancora una volta, Finge aveva fatto una pausa, come se si fosse aspettato un commento o una domanda da parte di Harlan. Naturalmente, Harlan era rimasto muto.

«Dal Mutamento di Realta 433-486, Numero di Serie F-2, avvenuto circa un anno… un fisioanno fa, pero,» aveva proseguito Finge. «Abbiamo avuto le prove della nascita di una prevenzione dannosa nei nostri confronti, apparsa in questa Realta e maturata con estrema rapidita. Ho raggiunto certe conclusioni sulla natura di questa prevenzione, e ho sottoposto queste conclusioni al Consiglio d'Ogniquando. Il Consiglio e riluttante ad accettarle poiche dipendono dalla realizzazione di un'alternativa nello Schema di Calcolo di una probabilita remota.

«Prima di agire in base alle mie raccomandazioni, il Consiglio richiede una conferma da ottenersi per Osservazione diretta. E un lavoro estremamente delicato, ed e per questo motivo che ho richiamato voi, e ho ottenuto dal Calcolatore Twissell la necessaria autorizzazione. Un'altra cosa che ho fatto e stato individuare un membro dell'attuale aristocrazia che considerasse interessante ed eccitante la prospettiva di lavorare nell'Eternita. Ho trovato la signorina Lambent, e l'ho posta in questo ufficio, sotto continua osservazione, per vedere se fosse adatta al nostro scopo…»

Harlan aveva pensato: Sotto continua osservazione! Ah, davvero!

Ancora una volta, la sua collera si era concentrata sul Calcolatore Finge, e non sulla ragazza.

«E adattissima, senza ombra di dubbio,» aveva proseguito Finge. «Ora la riporteremo nel suo Tempo. Usando come base la sua abitazione, sarete in grado di studiare la vita sociale della sua cerchia. Ora potete comprendere per quale motivo la ragazza si trova qui, e per quale motivo desidero che andiate nella sua casa.»

Harlan aveva risposto, con aperta ironia:

«Vi assicuro che capisco perfettamente.»

«Allora accetterete questa missione.»

Harlan era uscito dall'ufficio pieno di spirito bellicoso. Finge non sarebbe riuscito a beffarlo! Harlan gli avrebbe fatto capire che non permetteva a nessuno di farlo passare da stupido!

Certamente era stato questo fuoco combattivo, questa determinazione di dimostrarsi piu astuto di Finge, a fargli provare quel senso di eccitazione, quasi di esultanza, al pensiero dell'imminente escursione nel 482°.

Certamente non avrebbero potuto esserci altri motivi.