Capitolo Quindicesimo: Ricerca Nel Primitivo
Twissell comincio a scuoterlo per le spalle. La voce del vecchio chiamo in tono pressante il suo nome.
«Harlan! Harlan! Per l'araor del Tempo, ragazzo!»
Harlan riusci a emergere lentamente, molto lentamente, dal suo stato di disperazione.
«Cosa dobbiamo fare?»
«Certo non questo. Non dobbiamo disperare. Per cominciare, ascoltami. Dimentica la tua visione dell'Eternita, che e quella di un Tecnico, e cerca di guardarla attraverso gli occhi di un Calcolatore. E una visione molto piu complessa ed elaborata. Quando tu modifichi qualcosa nel tempo, e produci un Mutamento di Realta, il Mutamento puo avvenire istantaneamente. Perche?»
Con voce ancora malferma, Harlan disse:
«Perche la modifica ha reso il Mutamento inevitabile?»
«Davvero? Potresti tornare indietro e annullare la modifica, facendo tornare le cose com'erano prima. Si o no?»
«Penso di si. Non l'ho mai fatto; non ho mai sentito dire di qualcuno che l'abbia fatto.»
«Giusto. Non c'e alcuna intenzione di revocare un'alterazione, e cosi essa si svolge secondo i progetti, e produce subito le sue conseguenze. Ma qui abbiamo una cosa diversa. Un'alterazione involontaria. Tu hai mandato Cooper nel Secolo sbagliato, e ora io desidero fermamente revocare quell'alterazione e riportare qui Cooper.»
«Per l'amor del Tempo, come?»
«Non ne sono ancora sicuro, ma deve esistere un modo. Se non ci fosse alcun modo, l'alterazione sarebbe irreversibile; il Mutamento sarebbe giunto immediatamente. Ma il Mutamento non si e verificato. Noi siamo ancora nella Realta del memoriale Mallansohn. Questo significa che l'alterazione e reversibile e sara revocata.»
«Cosa?» L'incubo di Harlan ingigantiva e ingigantiva, si faceva sempre piu tenebroso e angoscioso.
«Dev'esserci un modo per richiudere il circolo nel Tempo, e devono esserci moltissime probabilita che noi riusciamo a riannodarne i capi. Finche questa Realta esiste, noi abbiamo la certezza che la soluzione e molto probabile. Se in qualsiasi momento tu o io prenderemo la decisione sbagliata, se la probabilita di richiudere il circolo scendera al di sotto di un limite che solo il Tempo conosce, l'Eternita svanira. Capisci?»
Harlan non era certo di capire. Non tentava neppure. Lentamente, si alzo in piedi, e si avvio incespicando verso una sedia.
«Volete dire che noi possiamo riportare qui Cooper…»
«E mandarlo nel Secolo giusto. Si. Se lo prendiamo nel momento in cui esce dal cronoscafo, finira nel posto giusto, nel 24°, con poche ore fisiologiche di ritardo; al massimo, sara piu vecchio di qualche fisiogiorno. Sarebbe un'alterazione, naturalmente, ma senza dubbio irrilevante. La Realta ne verrebbe scossa, figliolo, ma non distrutta.»
«Ma come possiamo trovarlo?»
«Sappiamo che esiste un modo, altrimenti in questo momento l'Eternita non esisterebbe. In quanto alla natura di questo modo, e per questo che ho bisogno di te, e per questo che ho faticato tanto per averti dalla mia parte. Tu sei l'esperto del Primitivo. Dimmelo.»
«Non posso,» gemette Harlan.
«Puoi,» insiste Twissell.
In quel momento, ogni traccia di vecchiaia e di stanchezza scomparve dalla voce del vecchio. I suoi occhi scintillavano per l'eccitazione del combattimento, e le sue dita brandivano la sigaretta come se fosse stata una lancia. Perfino Harlan, i cui sensi erano intorpiditi dalla disperazione, comprese che il vecchio si stava divertendo… si divertiva, ora che stava cominciando la battaglia.
«Possiamo ricostruire il fatto,» disse Twissell. «Ecco, qui c'e la leva di controllo. Tu sei in piedi, davanti a essa, in attesa del segnale. Sta arrivando… Tu stabilisci il contatto, e nello stesso tempo abbassi la leva del tempo… di quanto?»
«Non lo so, ve lo ripeto, non lo so.»
«Tu non lo sai, ma i tuoi muscoli lo sanno. Mettiti qui, e prendi in mano i comandi. Avanti, riscuotiti. Prendili, ragazzo. Tu stai aspettando il segnale. Mi stai odiando. Stai odiando il Consiglio. Stai odiando l'Eternita. Ti stai consumando il cuore per Noys. Cerca di ritornare a quel momento. Cerca di sentire quello che sentivi allora. Ora rimettero in moto il cronometro. Ti concedo un minuto, figliolo, per ricordare i tuoi sentimenti, e farli rivivere nel talamo. Poi, quando si avvicinera lo zero, lascia muovere la tua mano sui comandi, convulsamente, come l'altra volta. E poi ritrai la mano! Non riportare i comandi al loro posto. Sei pronto?»
«Non credo di poterlo fare.»
«Non credi… Padre Tempo, non hai scelta! C'e un altro modo, forse, in cui tu possa ritrovare la tua ragazza?»
Non c'era. Harlan ritorno ai comandi, e quando fu la, le emozioni rinacquero dentro di lui. Non ebbe bisogno di sforzarsi. La ripetizione dei gesti rievocava le emozioni. L'indicatore rosso del cronometro comincio a muoversi.
Indifferente, distaccato, penso: L'ultimo minuto di vita?
Meno trenta secondi.
Penso: Non fara male. Non e la morte.
Cerco di pensare soltanto a Noys.
Meno quindici secondi.
Noys!
La mano sinistra di Harlan abbasso un interruttore, verso il punto del contatto.
Meno dodici secondi.
Contatto!
La sua mano destra si mosse.
Meno cinque secondi.
Noys!
La sua mano destra si mos… ZERO… se spasmodicamente.
Si stacco dai comandi, ansimando.
Twissell si fece avanti, e osservo l'indicatore.
«Ventesimo secolo,» disse. «Diciannove virgola trentotto, per essere esatti.»
Harlan grido, con voce strozzata:
«Non lo so, non posso saperlo! Ho cercato di sentire le stesse cose, ma e stato diverso. Sapevo quello che facevo, e cosi e stato diverso.»
«Lo so, lo so,» disse Twissell. «Forse e tutto sbagliato. Diciamo che si tratta di una valutazione approssimativa.» Indugio per un attimo, immerso in un calcolo mentale, estrasse un calcolatore tascabile, fece per aprirlo, poi lo ripose, senza averlo consultato. «Accidenti ai decimali. Diciamo che c'e una probabilita del novantanove per cento che tu lo abbia mandato nel secondo quarto del 20°. In un punto tra 19,25° e il 19,50°. D'accordo?»
«Non lo so.»
«Be', adesso ascolta. Se io prendo la ferma decisione di concentrarmi solo su quella parte del Primitivo, escludendo tutto il resto, e se mi sbaglio, e probabile che io perda tutte le possibilita di chiudere il circolo nel Tempo, e cosi l'Eternita svanira. La decisione, in se stessa, sarebbe il punto cruciale, il Minimo Mutamento Necessario, il M.M.C., per produrre il Mutamento. E io ora prendo questa decisione. Decido, definitivamente…»
Harlan si guardo intorno, cautamente, come se la Realta fosse diventata improvvisamente cosi fragile da potere essere spezzata da un movimento troppo brusco.
«Io avverto come sempre l'esistenza dell'Eternita,» disse. (L'incredibile calma di Twissell lo aveva contagiato, tanto che la sua voce era ritornata abbastanza ferma.)
«Quindi l'Eternita esiste ancora,» disse Twissell, in tono deciso e pratico. «E noi abbiamo preso la decisione giusta. Ora non c'e piu niente da fare qui, per qualche tempo. Ritorniamo nel mio ufficio, e lasciamo che tutta la sottocommissione del Consiglio invada questo posto, per tirarsi un po' su di morale. Per cio che li riguarda, il progetto e terminato con un pieno successo. In caso contrario, non lo sapranno mai. E neppure noi lo sapremo.»
Twissell studio la sigaretta, e disse:
«La domanda che abbiamo davanti, adesso, e questa: Cosa fara Cooper quando si trovera nel Secolo sbagliato?»
«Non lo so.»
«Una cosa e evidente: Cooper e un ragazzo intelligente, capace, pieno d'immaginazione, d'accordo?»
«Be', in fondo e Mallansohn.»
«Esatto. E si era gia chiesto cosa sarebbe accaduto, in caso di errore. Una delle sue ultime domande riguardava, appunto, la possibilita di ritrovarsi in un Secolo sbagliato. Ricordi?»
«Ebbene?» Harlan non riusciva a capire quali fossero le intenzioni del vecchio.
«Cosi Cooper e gia preparato mentalmente a trovarsi in un Tempo sbagliato. Fara qualcosa, cerchera di mettersi in contatto con noi, di lasciarci delle tracce da seguire. Ricorda che egli ha trascorso nell'Eternita una parte della sua vita: questo e molto importante.» Twissell traccio un anello di fumo nell'aria, vi infilo un dito, e osservo il fumo sfaldarsi e girare intorno al suo dito. «E abituato al concetto di comunicazione nel Tempo. Non si arrendera certo senza lottare al pensiero di naufragare nel Tempo. E sapra certamente che noi lo stiamo cercando.»
«Senza cronoscafi e senza Eternita, nel 20°, come potra comunicare con noi?» domando Harlan.
«Con te , Tecnico, con te. Usa il singolare. Sei tu il nostro esperto del Primitivo. Sei stato tu a insegnare a Cooper quello che ora sa, e se lui vorra lasciare delle tracce, si aspettera che sia tu a trovarle.»
«Quali tracce, Calcolatore?»
Il volto rugoso di Twissell si volse a fissare Harlan, con espressione intenta.
«Secondo i piani, Cooper avrebbe dovuto rimanere nel Primitivo. Si trova privo della protezione di un campo di tempo fisiologico. Tutta la sua vita e intessuta nella trama del Tempo, e rimarra tale fino a quando io e te non avremo rovesciato la situazione. Allo stesso modo, sono intessute nella trama del tempo le sue tracce… qualsiasi oggetto, segno, o messaggio, che egli abbia potuto lasciarci. Devono certamente esistere delle fonti particolari sulle quali tu hai studiato il 20° Secolo. Documenti, archivi, film, oggetti, cataloghi, opere. Intendo parlare di fonti dirette, tratte dal Tempo e risalenti alle origini.»
«Infatti.»
«E lui ha studiato quei documenti insieme a te?»
«Si.»
«E c'era qualche documento particolare che tu consideravi il piu importante… il tuo preferito… qualcosa che, secondo Cooper, tu conoscevi perfettamente, e in cui avresti potuto trovare e riconoscere un eventuale messaggio?»
«Si… naturalmente, capisco che cosa intendete dire,» fece Harlan. Corrugo la fronte, pensieroso.
«Ebbene?» domando Twissell, con una certa impazienza.
«La mia collezione di riviste del Primitivo, quasi certamente.» disse Harlan, lentamente. «Le riviste d'informazione erano un fenomeno tipico dei primi Secoli dopo il 20°. La rivista della quale possiedo una collezione quasi completa inizia nei primi anni del 20° e giunge quasi alla meta del 22°.»
«Bene. E adesso dimmi: esiste un modo, che tu sappia, in cui Cooper abbia potuto servirsi della rivista per mandarci un messaggio? Ricorda sempre che lui sa che tu leggerai quel periodico, conoscendolo bene, e sapendo che cosa cercare e come cercare.»