Capitolo Diciottesimo: Il Principio Dell'Infinito

C'era un'incertezza strisciante, in Harlan, un'indecisione che lo stava consumando. Aveva in mano il disintegratore, e lo teneva puntato contro Noys. Ma perche lei non diceva niente? Perche insisteva a mantenere quell'atteggiamento impassibile?

Come poteva ucciderla?

Come non poteva ucciderla?

Le disse, raucamente:

«Ebbene?»

Ella si mosse, ma fu solo per posare le mani in grembo, per assumere una posizione piu comoda, piu distaccata. Quando gli parlo, la sua voce non pareva piu quella di un essere umano. Con la minaccia di un disintegratore spianato, ella pareva acquistare sicurezza, e la sua voce aveva assunto una forza impersonale, quasi mistica.

«Non puoi desiderare di uccidermi solo per proteggere l'Eternita,» disse. «Se questo fosse il tuo desiderio, potresti stordirmi, legarmi saldamente, chiudermi in questa caverna, e poi partire per i tuoi viaggi all'alba, o avresti potuto chiedere al Calcolatore Twissell di tenermi isolata e sorvegliata a vista durante la tua assenza nel Primitivo. O avresti potuto portarmi con te all'alba, abbandonarmi nei boschi, e dimenticarmi la. Se puoi trovare una piena soddisfazione soltanto nell'atto di uccidermi, e solo perche tu pensi che io ti abbia tradito, che abbia finto di amarti per poterti indurre al tradimento nei confronti dell'Eternita. Il tuo e un delitto nato dall'orgoglio ferito, non la giusta esecuzione della cui necessita tu vorresti convincerti.»

Harlan socchiuse gli occhi.

«Tu vieni dai Secoli Nascosti? Dimmelo.»

Noys disse:

«Si. E ora, mi ucciderai?»

Il dito di Harlan si contrasse per un momento sul commutatore dell'arma. Eppure, egli esitava ancora. Qualcosa d'irrazionale, dentro di lui, continuava a intercedere per lei, e si mescolava a cio che restava del suo futile amore e del suo desiderio. Era forse disperata, perche lui l'aveva respinta? Cercava deliberatamente la morte, mentendo? Si comportava con stupido eroismo per la disperazione nata nel conoscere i dubbi di Harlan?

No!

I libri-film delle dolciastre tradizioni letterarie del 289° potevano mostrare cose simili, ma non erano adatte a una ragazza come Noys. Non era il tipo capace di affrontare la morte per mano di un amante infedele, con il gioioso masochismo di un giglio ferito.

Allora, lei stava forse negando, sprezzante, che Harlan fosse capace di ucciderla, per qualsiasi motivo? Stava forse contando sull'attrazione che sapeva di esercitare su di lui, perfino in quel momento, era sicura che il suo fascino lo avrebbe immobilizzato, lo avrebbe reso debole, incapace di abbassare il commutatore dell'arma?

Questa interpretazione era troppo vicina alla realta. Il dito di Harlan s'irrigidi ancor piu sul commutatore.

Noys parlo di nuovo.

«Stai aspettando. Questo significa che vuoi ascoltare l'arringa della difesa?»

«Quale difesa?» Harlan cerco di rendere quelle parole cariche di disprezzo, ma accolse con sollievo il diversivo. Avrebbe potuto rimandare il momento in cui sarebbe stato costretto a guardare il suo cadavere carbonizzato, i pochi resti corporei che sarebbero rimasti della bellissima Noys che lui aveva amato… avrebbe potuto rimandare il momento della consapevolezza, dell'orribile comprensione del fatto di non averla piu, di averla uccisa con le proprie mani.

Cerco di trovare qualche giustificazione per quel ritardo, Penso, febbrilmente: «Lasciamola parlare. Lasciamole dire quello che sa sui Secoli Nascosti. Cosi l'Eternita sara meglio protetta. »

Questa giustificazione offriva un solido paravento alle sue esitazioni, e per un momento riusci a guardare negli occhi Noys con calma, con un volto impassibile e sereno come quello di lei.

Pareva che Noys gli avesse letto nel pensiero.

«Vuoi sapere qualcosa dei Secoli Nascosti?» domando infatti. «Se questa potra essere la mia difesa, saro lieta di parlare. Ti piacerebbe sapere, per esempio, per quale motivo la Terra non ospita piu vita umana dopo il 150.000°? Questo ti interessa?»

Harlan non intendeva chiedere informazioni, ne mercanteggiare con lei. Lui impugnava il disintegratore. Era deciso a non mostrare alcun segno di debolezza.

«Parla!» le disse, e arrossi, vedendo il breve sorriso che fu la prima reazione di Noys a quell'esclamazione rabbiosa.

«In un momento del tempo fisiologico nel quale l'Eternita non aveva ancora raggiunto una diffusione ampia nei Secoli,» comincio a dire Noys, «Prima che l'Eternita avesse raggiunto il 10.000° noi del nostro Secolo… hai visto giusto, era proprio il 111.394°… scoprimmo la sua esistenza. Anche noi, vedi, avevamo scoperto il modo di viaggiare nel Tempo, anche se il nostro metodo era basato su una serie di postulati completamente diversi dai vostri, e preferivamo osservare il Tempo, piuttosto che viaggiarvi. Inoltre, ci occupavamo solo del nostro passato, indietro nel Tempo rispetto al nostro Secolo.

«Scoprimmo l'Eternita indirettamente. Dapprima noi elaborammo il calcolo delle Realta, e grazie a esso saggiammo la nostra particolare Realta. Rimanemmo sbalorditi nello scoprire che vivevamo in una Realta di bassissima probabilita, anzi, di probabilita quasi inesistente. Questo ci pose un problema piuttosto serio. Perche esisteva una Realta cosi improbabile?… Mi sembri distratto, Andrew! Ti interessa quello che dico?»

Harlan senti pronunciare il suo nome con l'affettuosa, intima dolcezza che lei aveva usato nelle passate settimane. Avrebbe dovuto essere uno stridente contrasto, ora, avrebbe dovuto riempirlo di collera per quella sua cinica falsita… e invece no.

Disse, disperatamente:

«Va' avanti, e finiscila, donna!»

Cerco di compensare il calore del suo 'Andrew' con la gelida collera del suo 'donna', eppure lei si limito a sorridere di nuovo, un breve, pallido sorriso.

«Iniziammo una ricerca nel Tempo, a ritroso nei Secoli,» disse lei, «E cosi scoprimmo l'esistenza dell'Eternita in espansione. Ci parve subito evidente che in un certo punto del fisiotempo (un concetto che anche noi possediamo, anche se lo definiamo con un altro nome) doveva essere esistita un'altra Realta. L'altra Realta, quella basata sulla massima probabilita, la chiamammo Stato Fondamentale. Lo Stato Fondamentale ci aveva racchiuso, una volta, o almeno aveva racchiuso i nostri analoghi. Allora non potevamo stabilire la natura dello Stato Fondamentale; non avremmo potuto conoscerla in nessun modo, come tu stesso puoi capire.

«Sapevamo, pero, che un Mutamento originato dall'Eternita, nel remoto passato, era riuscito, attraverso il meccanismo della casualita statistica, ad alterare lo Stato Fondamentale per tutto il Tempo, fino al nostro Secolo e oltre. Cosi iniziammo una ricerca, allo scopo di determinare la natura dello Stato Fondamentale, con l'intenzione di riparare al male fatto, se era stato fatto del male. Per prima cosa creammo la zona proibita che voi chiamate i Secoli Nascosti, isolando gli Eterni in modo che essi non potessero entrare nel tempo dal 70.000° in avanti, nel nostro passato. Questa armatura serviva a proteggerci dall'effetto dei Mutamenti che venivano operati, per lo meno dagli effetti piu diretti. Non si trattava dell'assoluta sicurezza, ma ci dava tempo.

«Successivamente, facemmo qualcosa che la nostra cultura e la nostra etica non ci avrebbero permesso di fare, in circostanze normali. Indagammo nel nostro futuro, avanti nel Tempo. Apprendemmo il destino riservato all'uomo nella Realta esistente, per poterlo confrontare, alla fine della ricerca, con lo Stato Fondamentale. Intorno al 125.000°, il genere umano risolveva il segreto del motore interstellare. Gli uomini scoprirono in quel Tempo il principio che permetteva di compiere il Lungo Balzo attraverso l'iperspazio, per raggiungere i mondi di altre stelle. Finalmente, il genere umano poteva raggiungere l'infinito.»

Harlan ascoltava le parole misurate di Noys con crescente interesse. Quanto c'era di vero, nelle cose che lei gli diceva? E quanto, invece, faceva parte di un tentativo calcolato d'ingannarlo? Cerco di spezzare quell'incantesimo con la propria voce, cerco d'interrompere il flusso regolare delle parole di Noys.

«E cosi, una volta raggiunto il volo interstellare, gli uomini spiccarono il balzo verso le stelle e abbandonarono la Terra. Si, qualcuno aveva gia avanzato questa ipotesi.

«Allora qualcuno aveva sbagliato la sua ipotesi. L'Uomo tento di abbandonare la Terra. Disgraziatamente, pero, noi non siamo soli nella Galassia. Ci sono altre stelle, con altri pianeti, come tu sai. Ci sono anche altre creature intelligenti. Nessuna razza, almeno in questa Galassia, e antica come il genere umano, ma nei 125.000 Secoli durante i quali l'uomo era rimasto sulla Terra, delle menti piu giovani ci avevano raggiunto e superato, inventando il motore interstellare, e colonizzando l'intera Via Lattea.

«Quando noi ci avventurammo nello spazio, trovammo tutto gia occupato. Di qui non si passa! Proprieta Privata! Proibito avvicinarsi a questo pianeta! Cosi il genere umano ritiro quei suoi primi esploratori, e si rassegno a restare sul proprio pianeta. Ma ormai sapeva che la Terra era quello che era: una prigione, circondata da un'infinita distesa di liberta… E cosi il genere umano si estinse!»

Harlan disse:

«Si estinse, cosi. Assurdo.»

«Non si estinse 'cosi' come tu dici. Ci vollero migliaia di Secoli. Ci furono degli alti e bassi, dei momenti di splendore e dei momenti di rassegnazione, ma, complessivamente, tutto era dominato da un senso di sfiducia, dalla mancanza di uno scopo, da una cappa d'inutilita, che nessuna forza avrebbe potuto superare. Alla fine, ci fu un'ultima, drastica diminuzione del tasso di natalita, e poi, finalmente, l'estinzione. Ed e stata la tua Eternita a fare questo.»

Harlan provava il desiderio di difendere l'Eternita, ora, ancora piu intenso e ancora piu irrazionale perche poco tempo prima l'aveva attaccata con tanta mortale violenza. Disse:

«Lasciateci entrare nei Secoli Nascosti, e provvederemo a correggere questo stato di cose. Non abbiamo mai mancato di ottenere il massimo bene nei Secoli che abbiamo potuto raggiungere.»

«Il massimo bene?» domando Noys, in tono distaccato, e quelle parole parvero freddamente ironiche. «Che cos'e questo massimo bene di cui parli? Sono le macchine a indicarvi qual e questo bene, sono i vostri Computaplex. Ma chi regola le macchine, e dice loro quali devono essere gli elementi da valutare, e quale deve essere la misura di valutazione? Le macchine non risolvono i problemi con un'intelligenza e una lungimiranza maggiori di quelle umane… li risolvono solo piu celermente. Solo piu celermente! Dunque, cos'e che gli Eterni considerano il massimo bene? Te lo posso dire io: la salvezza e la sicurezza, la moderazione, la misura. Nessun eccesso. Nessun rischio, senza la matematica sicurezza di trarne un adeguato beneficio.»